Scusa ma ti chiamo amore

pezzo tratto dal libro

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stregalucente
view post Posted on 4/1/2008, 16:36




Buongiorno, mondo. Niki si stiracchia. Oggi me lo fai un regalo? Vorrei alzarmi dal letto e trovare una rosa. Non rossa. Bianca. Pura. Tutta da scrivere come fosse una pagina nuova. Una rosa lasciata da qualcuno che mi pensa e che non conosco ancora. Lo so. Un controsenso. Ma mi farebbe sorridere. La prenderei e la porterei a scuola.
L’appoggerei sul banco, così, senza dire nulla. Le Onde arriverebbero tutte curiose.
«Ehi! Chi te l’ha regalata?»
«Fabio?»
«Che ci riprova?»
«Seee, lui una rosa, semmai un cardo secco!»
E giù a ridere. E io che non rispondo ancora. La lascerei lì per tutta la mattina. Poi all’ultima ora staccherei un petalo alla volta e con un pennarello blu scriverei, una lettera alla volta, la frase di quella bellissima canzone: “C’è un principio di allegria, fra gli ostacoli del cuore, che mi voglio meritare...” e poi lancerei quei petali dalla finestra. Il vento se li porterebbe via. Magari qualcuno li troverebbe. Li rimetterebbe in ordine. Leggerebbe la frase. E mi verrebbe a cercare. Forse lui. Già. Ma lui chi?

Alessandro si sveglia di soprassalto e poi si gira di botto nel letto. La sveglia è già suonata.
Ma porca miseria, no. Cavoli, cavoli, cavoli. Scende al volo dal letto, inciampa nelle pantofole. Ma quando l’ho spenta? O non l’ho proprio sentita? O ieri nel gran casino ho finito per non programmarla? Non è possibile. Entra quasi in scivolata in cucina. Prepara la moka, la mette sul fuoco e accende il fornello. Poi corre in bagno, prende il rasoio elettrico e mentre si fa la barba gira per la stanza. Cerca di sistemare alla meglio i segni della sera prima. Tanto oggi viene la signorina. Cavoli, fammi controllare un po’ qua... Entra nella camera degli ospiti. Trova una ciotola. Ancora ciliegie. Non è possibile. Le prende e butta tutto nel secchio della cucina. Poi rientra nel bagno degli ospiti, controlla bene nel water, nel lavandino, per terra, in ogni angolo. Bene. Nessuna traccia. E ci mancherebbe solo questo. Famoso pubblicitario arrestato per droga. Proprio io, antidroga per eccellenza. E certo, nel nostro ambiente... Non ci crederebbe nessuno. E così, nel dubbio, tira di nuovo lo sciacquone ed esce dal bagno. Mette della musica in salotto e su un pezzo di Julieta Venegas ritrova un po’ di buonumore. Si mette quasi a ballare. Tiene il tempo radendosi. Ma sì, cavolo, devo essere felice. Ho ancora trentasei anni, ho un sacco di successi alle spalle, ho vinto diversi premi nella pubblicità. Va be’, mio padre e mia madre vorrebbero tanto che mi sposassi e questo forse accadrà. O forse no. In ogni caso sono uno che può piacere. Tranquillamente. Anzi. Si guarda un po’ meglio nello specchio del salotto, si avvicina e si controlla il viso. Non poco. Anzi. Posso piacere e molto. Attenti. Attenti... Cara Elena, sarai tu a soffrire, a mangiarti le mani. Tornerai e io, con grande eleganza, ti farò entrare e trovare dei fiori. E con questa grande certezza, anche perché è l’unica che ha a disposizione, prende il caffè. Alessandro ci aggiunge un po’ di latte freddo. Poi sulle note di And It’s Supposed To Be Love di Ayo s’infila sotto la doccia e si lascia andare sotto un getto d’acqua bello fresco. Ma su che sarà il colloquio di oggi? Cavoli, sono in ritardo... troppo in ritardo. E preso dall’ansia esce rapido dalla doccia e comincia ad asciugarsi. Devo far presto, presto.

«Ma Niki, non hai fatto colazione.»
«Sì, mamma, ho preso il caffè.»
«E non mangi niente?»
«No, non ce la faccio. Sono in ritardo. In fottuto ritardo.»
«Niki, t’ho detto mille volte di non parlare in quel modo.»
«Oh, mamma, ma neanche quando sono in ritardo?»
«No, neanche. Ma vai in motorino?»
«Sì...»
«Vai piano, eh, vai piano.»
«Mamma, me lo dici ogni mattina. Vuoi vedere che alla fine porti sfiga?»
«Niki, queste parole!»
«Ma se uno porta sfiga porta sfiga. Se preferisci posso dire sfortuna, ma sempre sfiga è.»
«Ma scusa, ti pare poi che se tua madre ti dice d’andar piano vuole il tuo male? E poi te lo dico ogni mattina e finora non hai fatto nessun incidente, quindi “vai piano” è buono, va bene.»
«Ok, ok. Ciao, bacio!»
Niki bacia la mamma quasi al volo. S’infila le cuffie nelle orecchie e via, giù per le scale, saltando gli ultimi gradini. Tanto che una cuffietta si sfila dall’orecchio destro. Lei pronta la rinfila subito per sentire ancora meglio Bop To The Top di High School Musical. Esce dal portone, va in garage, sale al volo sul suo SH50, dà una botta alla pedalina e una volta acceso esce a tutta velocità dal cortile. Si ferma un attimo, guarda a sinistra e a destra, vedendo che non arriva nessuno, dà gas e s’infila nel traffico della mattina.

 
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K@ty, campioni del mondo****
view post Posted on 24/1/2008, 21:19




bellissimo il modo di scrivere di moccia....dettagliato in quello ke noi adolescenti guardiamo sotto la lente di ingrandimento...
 
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1 replies since 4/1/2008, 16:36   200 views
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